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Animalisti in vacanza con SI MA BÔ

LA spiaggia di Ponta Preta a Sal, uno dei posti che ci è piaciuto di più di questa vacanza

Dopo 4 anni, cioè da quando è nata, sono finalmente riuscita a fare visita all’associazione SI MA BÔ (in creolo “come te”), fondata da Paolo e Silvia che già conoscevo per aver partecipato insieme alle attività di AgireOra ad Alessandria.

Silvia con Vivi, una delle ospiti del rifugio di SI MA BO.

Il mio grande sogno è sempre stato diventare veterinaria o in ambito clinico o di ricerca (mi son morti parecchi gatti con varie patologie ancora incurabili) e invece alla fine mi son ritrovata a occuparmi di psichiatria… Sono facilmente suggestionabile, soprattutto quando si tratta di animali…

Io e Capoverdino, il grande gatto che abbiamo adottato fin dalla prima sera in cui siamo arrivati a Mindelo, dove i gatti, se non li adotti tu, ti adottano loro...

Per questo ho scelto di andare prima a visitare il progetto durante una vacanza, anziché buttarmi subito nel volontariato in un contesto sconosciuto, non sapendo bene cosa aspettarmi.

Cristian davanti alla sede di SI MA BO... in effetti un po' inquietante lo è...

Ho viaggiato col mio ragazzo e ci siamo affidati a CV Info Service, la piccola agenzia di informazioni turistiche con cui Silvia e Paolo finanziano il progetto. Silvia ha risposto a una serie di mie domande nate dal fatto che era il mio primo lungo viaggio e ci ha aiutato a pianificarlo al meglio, esattamente come lo volevamo.

Baia das Gatas, la spiaggia dove ogni anno, ad agosto, si tiene il più grande festival di musica di Capo Verde. Per il resto dell'anno è quasi sempre completamente deserta, ma rimane comunque un must per chiunque passi da Sao Vicente.

Così in 3 settimane abbiamo visitato Sao Vicente (alloggio a Mindelo, dove ha sede l’associazione), Santo Antao (pensione a Ponta do Sol) e Sal (monolocale nella turistica Santa Maria).

Il soggiorno a Mindelo è stato subito di grande impatto: avvisati della crescente criminalità lasciavamo a casa soldi, documenti, raramente mi son sentita libera di usare la macchina fotografica. Ma soprattutto è stato forte l’impatto visivo del randagismo… cani vaganti ovunque e gatti che ti adottano subito…

Tramonto su Mindelo dalla terrazza del nostro appartamento, molto vicino alla sede nuova di SIMABO

La prima sera, appena usciti da casa, un micio ci è venuto incontro sciogliendosi in un sacco di coccole. Dopo 2 ore era ancora lì, nello stesso punto in attesa. Vuoi non portarlo a casa? In piazza abbiamo incontrato Silvia per darle il trasportino preso in Italia (a Capo Verde c’è ben poco per cani e gatti, nei paesi non si trovano neanche i croccantini). Ma prima l’abbiamo… riempito – con micetto di 2 mesi che urlava come un pazzo nell’indifferenza generale in mezzo alla piazza, tenuto sotto controllo solo dai poveri cagnoni randagi. Vuoi lasciarlo lì? Nel giro di 1 ora abbiamo adottato 2 mici…

Il piccolo Feo (che in spagnolo significa brutto, nome che gli ha dato Cristian ma che non condivido perché è stupendo come si può vedere dalle foto) ha pianto per buona parte della notte che abbiamo passato insonne. Al mattino in terrazza abbiamo trovato solo il piccolo. Stavamo ancora cercando l’altro quando nel cortile interno abbiamo trovato la testa di un micio. Silvia ci aveva detto che può capitare che i cani randagi sbranino i gatti, ma quella povera testa sembrava proprio esser stata messa lì come monito perché nessun cane poteva essere entrato nel cortile…

Per fortuna Capo Verde, il micio adulto, dopo qualche ora dal ritrovamento della testa è tornato.. O meglio siamo convinti che fosse lui… In ogni caso da quando è (ri)apparso, con una piccola infezione alla zampetta, non ha più voluto andare in giro ma è sempre stato vicino a noi alla ricerca di attenzioni.

Ancora Capoverdino

Dopo questi avvenimenti, per non avere ulteriori problemi, abbiamo affidato il piccolo strillatore Feo a Silvia che ha già una moltitudine di cani e gatti per casa. All’approssimarsi del nostro trasferimento su un’altra isola, hanno abbandonato davanti a SI MA BO 9 cuccioli di cane, ci sui due deceduti poco dopo… Ma dove credete siano finiti? Da Silvia, naturalmente! Pare quasi scontato che i casi da tenere sotto controllo finiscano a casa sua…

Per questo, per non sovraccaricarla ulteriormente e perché ormai ci siamo affezionati a quei due micetti, le ho chiesto di farli arrivare in Italia. Quandi adesso attendo Feo e Capo Verdino, in stallo da Silvia dalla nostra partenza, che abbiamo rinviato di 2 giorni per stare più possibile con lui e poter vedere qualcosa in più dell’associazione.

Io mentre cerco di sistemare i mobili donati all'associazione da alcuni benefattori destinati al nuovo ufficio. A sinistra la grande insegna sui andrà il logo di SIMABO e di Lamento Rumeno, che ha finanziato i lavori della nuova sede.

A proposito di associazione, siamo arrivati in un periodo “caldo”, in cui si stavano ultimando i lavori (finanziati da Lamento Rumeno) nella nuova sede.

Speravamo di poter aiutare nel trasloco ma è avvenuto in ritardo (i tempi capoverdiani sono diversi dai nostri… per fortuna gli operai sono stati pagati a progetto e non a ore…), quando ormai eravamo già sulle altre isole. Silvia ci ha raccontato come si svolgevano i lavori, all’insegna dell’economia, e abbiamo scoperto che anche persone del posto a cui sono stati salvati gli animali, prestano o hanno prestato gratuitamente il loro aiuto.

L'edificio in cui Silvia vorrebbe aprire, tempo e fondi permettendo, un luogo di ritrovo con bar/ristorantino vegano

Responsabile della vecchia sede è Dona Nanda, infaticabile e poliedrica. Nel periodo in cui eravamo a Mindelo non c’erano veterinari (siamo partiti il 4 ottobre per Santo Antao e Pietro sarebbe arrivato il 5).

Un bambino che aspetta di far visitare il suo gatto fuori dalla sede di SIMABO. SIMABO somministra vari antiparassitari gratuitamente

Nel giro di due ore, il tempo che ho trascorso in sede vecchia per fotografare i cani ospiti, ho assistito a parecchie visite ma soprattutto sono arrivati due cani incidentati: uno con un occhio di fuori che però non ho fotografato e uno con una zampa posteriore spellata e con la carne viva visibile e l’altra completamente aperta. Nanda non si è fatta prendere dal panico, ha medicato e dato i punti a quel povero animale che credevo non ce la facesse e  invece ho saputo che si è ripreso bene!

Sono rimasta molto colpita dalla differenza di strumentazione rispetto ai nostri ambulatori veterinari con studi asettici… sicuramente bisogna esser bravi per andare ad aiutare SI MA BO… se ne vedono tante a ciclo continuo… Sicuramente c’è tanto bisogno… e gli occhi di quegli animali ringraziano di cuore.

Tre ospiti del cortile dei rognosi.

A Sao Vicente, oltre a Mindelo abbiamo visitato con Silvia Sao Pedro, dove si ventilava la possibilità di un’azione di “raccolta” dei randagi che equivale a morte certa, di solito con stricnina… e sembrava dovesse essere coinvolta nell’azione o anche Mindelo… ma per fortuna si è scoperto che erano notizie infondate…

San Pedro

L’associazione pratica sterilizzazioni e somministra antiparassitari anche qui a Sao Pedro (paesino di pescatori con spiagge bellissime e belle onde da surf), e a Salamansa un altro piccolo villaggio dell’isola.

Il nostro tour ci ha condotti a Baia das Gatas (che non significa “gatti” ma “pescecani”, ma per fortuna c’è un frangiflutti per cui il bagno si può fare tranquillamente) e Calhau dove la domenica presso il ristorante Chez Loutcha si può gustare un buffet a 15 euro a persona con intrattenimento di musica e balli (e anche un vegan riesce a sfamarsi!). E dopo l’abbondante pranzo, eccoci alla piscina naturale ai piedi del vulcano.

Calhau, la spiaggetta ai piedi del vulcano

Dopo Sao Vicente si passa a Santo Antao (pensione a Ponta do Sol). Viaggio di un’ora in traghetto… una costellazione di piccoli paesini di pescatori… questa è conosciuta come l’isola più verde di CV e vi sono vasti terreni o meglio terrazzamenti (bisogna essere agili per arrivarci) coltivati. Anche qui purtroppo gli allevamenti non mancano.

Una scrofa con i suoi piccoli a Santo Antao

Una cosa che mi ha colpito, oltre alla sabbia nera, è che prima di iniziare a costruire le case, si fabbricano i mattoni…

Vista dalla nostra camera a Ponta do Sol

Qui la vita è molto modesta ma scorre in armonia uomo-animali (qui, come nei paesini di Sao Vicente, i cani sembrano stare meglio che a Mindelo, per strada si vedono uomini, cani e galline, capre).

Per evitare che la gente si tenga il maiale in casa il Comune ha costruito questa porcilaia in uno dei posti più belli di Santo Antao, la strada panoramica tra Ponta do Sol e Fontainhas

Consigliamo Cova de Paul (cratere del vulcano ora adibito a pascolo e agricoltura) e Fontainhas, ma ci sono anche parecchi sentieri e percorsi di trekking. Nei villaggi troviamo le casette col tetto in paglia caratteristiche di Santo Antao.

Coltivazioni nel cratere di Cova

Il traghetto per tornare a Mindelo (da cui avevamo l’aereo per Sal la sera stessa) parte in ritardo e dopo poco apprendiamo da Silvia che il nostro volo è stato cancellato (per fortuna ci eravamo affidati a CV Info Service che ha trattato con la compagnia e ci ha fatto ottenere una notte spesata in hotel in attesa del volo successivo (volevano metterci su quello prima, peccato che eravamo sul traghetto…).

A questo punto andiamo da Silvia  a salutare tutte le creature che vivono con lei, tra cui i 2 gattini che le abbiamo affidato e conosciamo il veterinario volontario Pietro.

Partiamo per Sal il 9 ottobre. Presto ci rendiamo conto di quanto sia diverso il paesaggio… Santa Maria è un posto molto turistico e frequentato da europei (anche i prezzi qui sono più o meno come da noi). Qui sorgono un gran numero di hotel e residence di superlusso, con giardini curatissimi quando a Capo Verde scarseggia l’acqua…  i controsensi del turismo di massa.

La vera Sal

Quando decidiamo di fare il giro turistico dell’isola, però, ci accorgiamo che non è tutta cosi: Espargos (il capoluogo di Sal, con 8.000 abitanti) e Palmeira, rivelano i tratti tipici visti sulle precedenti isole: un’atmosfera molto più semplice, case ben poco curate esteriormente, cani malandati…

Tranquilli, non è morto... sta solo dormendo della grossa...

Certo che però Sal presenta anche dei paesaggi bellissimi… spiagge dorate chilometriche e poco frequentate (anche se purtroppo su tutte le isole qui si pulisce il pesce pescato in spiaggia),  le saline di Pedra Lume (esperienza da provare il bagno nelle saline! Si rimane davvero a galla!), Buracona con il suo Odjo d’Agua, un buco nella roccia sotto il quale gorgoglia l’Atlantico riverberando un azzurro bellissimo, la bella spiaggia di Ponta Preta…

Ponta Preta

Inoltre, non c’è proprio da annoiarsi, si sono inventati un sacco di attrazioni turistiche: il bagno con gli squali (a distanza di qualche metro), la gita per vedere i delfini, la gita in barca per pescare (!), il Nettuno (una bella barchetta con scafo in vetro da cui si possono vedere un relitto del 1800 e la statua del Cristo – pare sia lì per benedire i pescatori), con la possibilità di un bel bagno in mare aperto insieme alle guide).

Una tartarughina appena nata

 
Ma la ragione principale che mi ha spinto a visitare Sal sono state le tartarughe… In realtà è il terzo posto in ordine di importanza in cui le tartarughe adulte vanno a deporre le uova (le prime destinazioni a Capo Verde sono Boavista e Maio ma Sal è centrale per quanto riguarda i trasporti da un’isola all’altra).

Silvia ci aveva parlato di SOS Tartarugas (www.sostartarugas.org), che ha lanciato anche una petizione contro l’uccisione di randagi a Sal. La fondatrice è Jacquie Cozens che produce documentari anche per BBC. Sa 4 anni, gli anni di storia dell’associazione, abita insieme al compagno a Santa Maria.

Pare che il periodo in cui la tartaruga è maggiormente in pericolo sia tra giugno e settembre, quando esce dall’acqua per deporre le uova sulla spiaggia…  In questa stagione i volontari pattugliano le spiagge di notte per allontanare gli eventuali bracconieri. Il commercio di carne di tartaruga è illegale anche a CV ma la caccia viene ancora praticata.

A ottobre ci hanno detto che la stagione in cui le femmine depongono le uova era finita, quindi il loro compito era quello di controllare i nidi.

Ci hanno dato la possibilità di partecipare a un’escursione mattutina e devo ringraziare M. Sousa Martins, portoghese, che parla un po’ di italiano e ce l’ha messa tutta per farci capire in cosa consiste l’attività del volontario e ha risposto davvero a tantissime domande.

Io mentre scavo in un nido di tartrughe insieme alla guida e a un'altra volontaria

Abbiamo scavato insieme a lei e a un’altra volontaria i nidi (che possono contenere da 80 a 100-120 uova e quelli più semplici si trovano a una profondità di circa 50 cm), cercando di capire la percentuale di uova che si scgiudono in ogni nido e il motivo per cui le uova rimaste erano ancora chiuse, scoprendo che sono i granchi che succhiano il nutrimento del feto.

Uova di tartaruga che verranno selezionate e portate in incubatrice

Una volta nata la tartarughina vi sono molte problematiche che mettono a rischio la sua sopravvivenza: inquinamento (la spiaggia che si sa benissimo esser luogo di deposizione delle uova, era anche la più inquinata), i pesci e gli squali (pare si ricordino il luogo in cui vedono i piccoli entrare in acqua, quindi i volontari cambiano spesso luogo in cui rilasciarli), le luci della città per cui si dirigono in direzione opposta al mare (pare le luci rosse non diano fastidio ma purtroppo in paese c’erano anche molte luci bianche).

I piccoli pare abbiano una percentuale di sopravvivenza dell’1 per mille!!!!!

Qualche informazione sulla Tartaruga Caretta Caretta, la specie presente a Capo Verde: http://www.elicriso.it/it/animali_regno/caretta_caretta/. Non ha proprio nulla a che vedere con quella che nei negozi viene venduta come tartaruga d’acqua, che ha le zampe trasformate in pinne e non può ritrarre né pinne né testa.

Sos Tartarugas ha ottenuto un pezzo di spiaggia recintata davanti a un enorme hotel, in zona di Ponta Preta, chiamata INCUBADORA dove portano i nidi a rischio (perché magari troppo vicini al mare o in prossimità di scogli).

L'incubratrice di SOS Tartarugas

Qui tutti i pomeriggi i volontari incontrano i turisti, dando la possibilità di adottare una tartarughina a 10 euro, e scavano i nidi che secondo i loro calcoli avrebbero dovuto già schiudersi e danno informazioni.

Siamo andati due volte e la seconda siamo stati fortunati perché erano nate una ventina di tartarughine nella notte e ce le hanno mostrate, le avrebbero poi liberate la sera.

Di notte è sempre presente un volontario, chi non fa la notte può iniziare la giornata alle 6 con la prima escursione e terminare alle 18, ma col sorriso sulle labbra..

La maggior parte dei volontari sono biologi, ma hanno partecipato anche informatici, professori (anche di educazione fisica..). Insomma può partecipare chiunque, ma è preferibile parlare almeno l’inglese.

Purtroppo il 16 ottobre eravamo già in Italia al freddo, con l’intenzione però di tornare presto a dare una mano…

Laura e Cristian

Tramonto a Mindelo


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