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L’istituto di parassitologia, della facoltà di veterinaria dell’università di Torino, concede l’uso di un suo microscopio a SI MA BÔ!

Con grande piacere possiamo annunciare un altro enorme successo conseguito negli ultimi mesi: la concessione in uso di un microscopio da parte dell’Istituto di Parassitologia della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, con la quale abbiamo avviato la collaborazione su un progetto di ricerca sulle parassitosi cutanee del cane.

Nella foto a destra. Il prof. Luca Rossi dell’Università di Torino e la dott. ssa Rossana Raineri, responsabile veterinaria di SIMABO, al momento della consegna del microscopio

Il microscopio ci permetterà di fare un grosso passo avanti in campo diagnostico, non essendoci fino ad ora alcuna possibilità né sull’isola, né in tutto l’arcipelago, di svolgere alcun esame di alcun tipo, né sulle feci, né sul sangue, né sulla cute.

Nella foto a sinistra. La dottoressa Mimosa Sabatini mentre lavora al microscopio, per ora conservato presso la sede legale dell’associazione a Mindelo, in attesa di poter allestire un vero laboratorio.

 

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Ringraziamo per la collaborazione il prof. Luca Rossi che già nel mese di settembre 2009 aveva accreditato SI MA BÔ presso la Facoltà come centro in cui è ora possibile svolgere le 100 ore di attività pratica richieste ai laureandi.

Il microscopio è stato portato a Sao Vicente dalla dottoressa Raineri, responsabile veterinaria di SI MA BÔ, che si è recata sul posto all’inizio di aprile di quest’anno.

 (Nella foto in alto a destra. Partenza per Capo Verde dall’aeroporto di Bergamo da sx: Silvia Punzo, presidente di SIMABO CV, la Dott.ssa Rossanaa Raineri, direttrice sanitaria di SIMABO e Sara Rebecca Fiora, volontaria non veterinaria).

La Facoltà di Veterinaria ha inoltre offerto il suo supporto tecnico per l’esecuzione del censimento della popolazione canina dell’isola al fine di pianificare in maniera sistematica le campagne sterilizzazione.

Cogliamo l’occasione per ringraziare il tour operator Cabo Verde Time che ha concesso la gratuità per i chili in eccedenza dovuti al microscopio e al materiale per l’installazione del primo laboratorio (vetrini, coloranti, ecc.)

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Nella foto in alto a sinistra. La dott.ssa Ornella Brignola osserva un vetrino durante il lavoro al microscopio con la collega Mimosa Sabatini. Sullo sfondo il Monte Cara, simbolo di Mindelo e di Sao Vicente.



Il racconto di Valeria e Stephanie, l’esperienza di due veterinarie nell’isola di Sao Vicente

Riceviamo e volentieri pubblichiamo queste brevi e intense righe ricevute dalla dott.ssa Stephanie Tailhardat, veterinario di Parma, che ha trascorso a Mindelo una settimana come volontaria nel mese di marzo:

Nella foto a sinistra Branca.

“Prima esperienza, meravigliosa, nonostante la breve durata dovuta agli impegni della vita.

Un’esperienza che non vedo l’ora di ripetere appena ne avrò la possibilità.  Senz’altro è stato l’inizio di un sogno realizzato; perché chi meglio degli animali ti riempie di mille sentimenti! Sono da sempre convinta di esercitare il più bel mestiere del mondo, grazie al rapporto con loro, che mi dà tanta, tanta felicità.

Credo che aiutare un cane o un gatto sia anche un modo di aiutare chi ci sta vicino, perchè insengnando a rispettare chi la parola non ce l’ha, insegniamo indirettamente il rispetto fra la gente. Dobbiamo far capire a questo popolo, che non è uccidendo che il problema scompare, ma è affrontandolo che si risolve”.

Nella foto in alto a destra la dott.ssa Tailhardat mentre soccorre una cagna con un grave prolasso uterino. La cagna è stata operata, sta bene ed ora è a casa con i suoi padroni.

Dobbiamo aiutare queste persone a credere che anche la loro propria salute dipende dagli animali che sono loro vicini. Dobbiamo aiutarli a combattere le zoonosi, pane quotidiano delle tante visite al centro. Aiutiamoli semplicemente a credere che cani e gatti, come loro, sono SiMaBÔ”.

Insieme a lei è arrivata a Mindelo la dott.ssa Valeria Barbieri, di Milano, che scrive della sua esperienza con noi:

Nella foto a sinistra la Dott.ssa Barbieri durante una visita.

“Appena tornata ti prende un senso di vuoto e d’impotenza, è la consapevolezza di aver fatto solo una piccola parte di quello che ci sarebbe da fare a Mindelo, di quello che avresti voluto fare…Chi di noi non sogna di cambiare un po’ il mondo? Poi ripensi ai musi che ti accolgono al rifugio, allo scodinzolìo vivace dei pazienti che ora grazie a te stanno meglio e ti convinci che nel tuo piccolo qualcosa hai fatto, fosse anche solo per uno di loro.

Questi sono i sentimenti contrastanti che ti prendono quando, tornata a casa, ripensi a questa meravigliosa esperienza. Qualcuno diceva che sarebbe stato particolarmente duro e psicologicamente stressante, io non l’ho recepito in questo modo, l’ho trovata semplicemente “un’avventura” in grado di arricchirmi umanamente come nessun’altra struttura veterinaria “civilizzata” potrebbe fare.

E’ un’esperienza che tutti dovrebbero fare per capire veramente quanto possiamo fare con pochissimi mezzi a disposizione”.

Nella foto a sinistra persone in attesa di far visitare i propri animali.

“Prima della partenza mi arrovellavo sul come avrei potuto fare una cosa o l’altra senza determinati strumenti e su come avrei potuto gestire delle persone di cui non capivo il linguaggio e che ritenevo improbabile possedessero uno “spirito animalista” come lo intendiamo noi europei…beh niente di più sbagliato!

Ho trovato persone che, nonostante le ristrettezze, sono disponibili e desiderose di fare il bene del proprio animale, che si fidano ciecamente di te e che sono capaci di grandi gesti (come portare in autobus una gatta avvelenata da 12 km di distanza).

Sono rimasta colpita dalla semplicità con cui vivono il loro rapporto con il loro coinquilini a quattro zampe, un rapporto senza fronzoli ma rispettoso. E sono tornata a casa contenta di aver constatato che, nonostante siano una minoranza, queste persone contribuiranno a diffondere la cultura del rispetto di cani  gatti”.

Da sx a dx, la dott. Barbieri, la dott. Sabatini, la dott. Brignola e la dott. Tailhardat in uno dei rari momenti di riposo, in visita a Chupeta e Nanda, due cani di strada raccolti, curati e sterilizzati da SIMABÔ e poi adottati in una fattoria in piena campagna.

“Le persone incontrate, dai responsabili dell’associazione ai volontari, al personale capoverdiano sono splendide, sorridenti e disponibili, penso che non avrei potuto trovare di meglio; per questo mi auguro di poter ripetere l’esperienza quanto prima.

A chi fosse in dubbio sulla partenza dico di andare, perché dal punto di vista medico ti permette di acquisire dimestichezza con patologie che in Italia si vedono poco frequentemente (attenzione pero’! Ai colleghi meno esperti: non pensate di andare a Mindelo per impratichirvi, anzi arrivateci gia’ ben preparati a gestire almeno le emergenze tossicologiche e traumatologiche!!!!! Altrimenti fareste grossi danni!), e dal punto di vista umano è un esperienza impareggiabile…

Grazie a tutti.

Valeria”


Ambasciata di Capo Verde a Roma concede visti gratuiti ai nostri volontari

 

Un altro grande successo ottenuto in questi primi mesi dell’anno è stata la concessione, da parte dell’Ambasciata di Capo Verde a Roma, della gratuità per i visti dei nostri volontari.

Le dott.sse Sabatini e Brignola mentre mostrano orgogliose i “visti di cortesia” concessi dall’ambasciata di Capo Verde a Roma ai volontari di SIMABÔ.

Per questo ringraziamo in particolare la consigliera Maria Goretti Santos Lima, capo della Sezione Consolare, che si è occupata personalmente della nostra richiesta, riconoscendo l’importanza del servizio che prestiamo alla popolazione di Sao Vicente.

La dott.ssa Raineri mentre visita i cuccioli dei bambini di Salamança, un paese di pescatori a 10 km da Mindelo, dove il Ministero della Salute ha richiesto il nostro intervento per contenere la proliferazione dei randagi.

In effetti l’ambulatorio viene ormai frequentato regolarmente da decine di persone indigenti che ci chiedono di curare i loro animali non avendo le possibilità economiche per portarli dall’unico veterinario a pagamento. Il nostro servizio consente quindi anche a questa fascia della popolazione di potersi “permettere” un animale sano. Questo è molto importante soprattutto per la salute dei bambini, che sono spesso a stretto contatto con gli animali e quindi facilmente soggetti a contagio in presenza di parassitosi interne (vari tipi di vermi intestinali, tra cui la pericolosissima tenia, o verme solitario) e esterne (pulci, zecche, pidocchi, acari) e malattie infettive fungine (micosi).  

Una mamma e un bambino con il loro cagnolino in attesa del loro turno davanti all'ambulatorio dell'associazione.

Il trattamento antiparassitario viene somministrato gratuitamente a chiunque faccia visitare il proprio animale. L’unico contributo richiesto, perché imposto per legge al fine di poter esercitare l’attività di ambulatorio veterinario senza licenza, è il pagamento della tessera associativa, che ha un costo di 1 euro al mese, pari a poco più di un chilo di riso. A tutti i soci viene fornito inoltre a prezzo di costo un detergente a base di amitraz per la pulizia dei locali in cui vivono gli animali infestati.

La dott.ssa Valeria Barbieri con un paziente micotico durante l'orario di visita.

Le prime veterinarie che hanno usufruito dei visti gratuiti sono state Stephanie Tailhardat di Parma e Valeria Barbieri di Milano, raggiunte pochi giorni dopo da Mimosa Sabatini di Roma e Ornella Brignola di Latina, che si trovano tuttora sul posto e continueranno il lavoro di profilassi antiparassitaria e sterilizzazione coordinato e diretto dalla dott.ssa Raineri, responsabile del progetto. In assenza di mezzi diagnostici sull’isola, raschiati, prelievi e biopsie raccolti per la messa  a punto dei protocolli terapeutici vengono analizzati e refertati nel laboratorio dell’Istituto di parassitologia della facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Torino, nell’ambito di un progetto di studio sulla trasmissibilità delle parassitosi tra gli animali e l’uomo diretto dal Prof. Luca Rossi, che sentitamente ringraziamo.  

La dott.ssa Raineri durante le visite a Salamança, un paese di pescatori con una presenza elevatissima di bambini per i quali spesso gli unici giocattoli sono i cuccioli di animali.

 

Diritti degli animali. Laboratori di studio in una scuola di Mindelo.

Dal mese di dicembre scorso, l’associazione potrà utilizzare, al bisogno, il microscopio del laboratorio di fisica, chimica e biologia della scuola superiore Joao Augusto Pinto.

Si tratta della stessa scuola secondaria in cui era stato lanciato circa un anno fa il progetto “Adotta un animale e SIMABO ti paga le tasse scolastiche”, che è stato poi purtroppo sospeso, perche’ le famiglie che abbiamo considerato affidabili sono state poche, mentre le altre si sono rivelate non in grado di garantire agli animali adottati le condizioni di vita da noi poste come basilari per usufruire della convenzione.

Quest’autunno siamo perciò ripartiti alla carica con un nuovo progetto, allo scopo di sensibilizzare gli allievi stessi nei confronti dei diritti degli animali e nella loro cura quotidiana, in previsione di un loro maggiore coinvolgimento nelle campagne di adozione.

Il primo contatto è stato preso dal dott. Bobbio, che a fine novembre ha incontrato i professori di chimica e fisica che hanno accesso al laboratorio e ha mostrato loro al microscopio il vetrino del raschiato cutaneo del cagnolino Sarna Peixe (nella foto a sinistra), affetto da una gravissima forma di rogna, vetrino appositamente preparato il giorno precedente. Il primo dicembre 2009 entrerà nella storia di SIMABO come il giorno in cui è stato eseguito il primo esame al microscopio di un vetrino di un anilmale sull’isola di Sao Vicente!

Già in quell’occasione sono stati fissati gli appuntamenti per i due incontri successivi, che avrebbero visto anche il coinvolgimento degli allievi.

Il giorno 18 dicembre ha quindi avuto luogo il primo incontro con i ragazzi, durante il quale i nostri veterinari, dott. Sestini e dott.ssa Magnelli, hanno mostrato diversi vetrini e Silvia Punzo, presidente di SIMABO, ha illustrato alcuni casi di animali gravemente malati poi guariti in seguito alle cure ricevute presso il nostro rifugio.

I racconti hanno profondamente colpito i ragazzi. Il secondo incontro con gli allievi, sempre sul tema dei parassiti esterni, si è svolto il giorno 5 gennaio, e a febbraio si terrà il prossimo incontro sul tema dei parassiti intestinali.

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Nella foto a destra. Un gruppo di allieve intente a sfogliare un testo illustrato sulle parassitosi fornito dalla dott.ssa Raineri.

Con questo gemellaggio, d’ora in avanti SIMABO avrà accesso a un importante strumento diagnostico che permetterà senz’altro di migliorare le capacità di intervento sugli animali dell’isola. Si ringraziano il direttore della JAP, la prof.ssa Ivone Moreira, responsabile dei contatti con SIMABO, e i professori di chimica, fisica e biologia per la cortese collaborazione.

Foto di gruppo con i ragazzi che
hanno assistito alla lezione

Missione veterinaria di novembre a Capo Verde- Intervista al dott. Stefano Bobbio

Intervista al dott. Stefano Bobbio, che ha prestato servizio volontario presso l’infermeria di SI MA BO nello scorso mese di novembre e ha donato al progetto un’indispensabile sterilizzatrice ad acqua.

Domanda: La situazione che hai trovato ti ha colto alla sprovvista o eri preparato?

Ero preparato. Immaginavo una situazione come quella che ho trovato: animali tenuti in condizioni di semi-randagismo, forte presenza di parassitosi, come d’altra parte è normale in un paese povero. Alcuni casi ricordano le situazioni che incontravo anche in Italia molti anni fa, lavorando in un ambiente rurale.

Nella foto a destra lo scatolone dei farmaci donati da A.mici Randagi arriva alla sede di SI MA BO.

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Le attrezzature e la farmacia che hai trovato erano adeguate alle esigenze?

Con la vecchia sterilizzatrice ad acqua che ho portato, adesso l’attrezzatura per la chirurgia di base è sufficiente, ma va ampliata soprattutto con un’attrezzatura minima per l’ortopedia; per la parte clinica occorrono almeno ancora un microscopio e test diagnostici rapidi per le malattie infettive più diffuse… E poi ci vorrebbe un aspirapolvere…”

Qual è l’aspetto più problematico che hai riscontrato durante il lavoro?

La difficoltà di separare gli animali ospiti del rifugio da quelli esterni e dai locali in cui si lavora, dovuta alla presenza di un eccessivo numero di animali per la superficie disponibile.

Come giudichi il modo in cui vengono seguiti gli animali ospiti del rifugio?

Bene! E sicuramente al massimo delle possibilità della struttura e del personale disponibile, che non si risparmia e si dedica con passione e amore agli animali raccolti senza perdere mai la pazienza e il buon umore.

Dott. Bobbio e Daniele mentre curano Sarna Peixe, trovato al mercato del pesce completamente pieno di rogna.

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Come ti sei trovato a lavorare con il personale locale?

Bene. Anche se le condizioni di lavoro per la maggior parte del tempo sono caotiche e con ritmi sostenuti, l’atmosfera è piacevole e non manca il buon umore. Certo, per chi è abituato a lavorare in sale chirurgiche asettiche con personale specializzato, trovarsi come aiuto un ragazzino di 10 o 15 anni può essere un po’ spiazzante… ma noi siamo elastici!

E gli animali? Come sono gli animali capoverdiani? Sono uguali ai nostri in Italia?

Sicuramente meno viziati. Vederli mangiare sul tavolo visite è un’esperienza difficilmente ripetibile in Italia.

Qual è la cosa che ti è piaciuta di più di questa esperienza?

Il contatto con la gente. Sentirsi apprezzato per il proprio lavoro in maniera incondizionata. La grande fiducia di queste persone per quello che potevo fare per i loro animali. E poi la sensazione che si prova a lavorare senza considerazione per l’aspetto economico. Quello che puoi fare lo fai. E poi la media delle belle ragazze in ambulatorio a Capo Verde è sicuramente più alta che in Italia!

Hai avuto difficoltà ad abituarti alla cucina e al clima?

Assolutamente no, anzi! La cucina è ottima e abbondante. E il clima, per lo meno in questo periodo, una sorpresa piacevole rispetto al freddo invernale italiano.

Le tue impressioni da turista?

Non ho avuto molto tempo libero, ma sono riuscito a ritagliarmi qualche ora per visitare l’isola durante il giorno, lavorando poi magari fino a tarda sera. Ma ne è valsa la pena, per le bellezze naturali e per lo spettacolo multicolore dei fondali marini. La scarsità di auto rende gradevoli anche gli spostamenti a piedi in città. Sembra di essere nell’Italia meridionale di 30 anni fa.

Ripeteresti questa esperienza?

Sì. Anche per vedere i progressi che saranno stati fatti a distanza di mesi e per andare ad agire in maniera più mirata sulle carenze che ho messo a fuoco questa volta.

Che consigli daresti ai colleghi che verranno dopo di te?

Senz’altro devono abbandonare qualsiasi velleità specialistica ed essere pronti ad affrontare la professione di veterinario a tutto tondo come si faceva una volta, quando anche da noi la tecnologia e gli ausili diagnostici non erano quelli attuali.


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